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Blog di Saraflò

Cucinare con amore

Ricette Dolci & Salate

Sin dall’infanzia ho coltivato la passione per la cucina tramandata attraverso le ricette trasmesse sia verbalmente che per iscritto anche su vecchi quaderni o fogli volanti, da nonne, zie, parenti, amici e conoscenti.

saraflò

Sarà un “viaggio” nell’arte culinaria siciliana in cui creremo ricette originali, facili da realizzare, dai gusti genuini.
Lo faremo seguendo un tipico proverbio siciliano:
“Cu mancia fa muddicchi”

Una passione ravvivata
dai sapori e dai caldi colori,
tipici dell’iconografia sicula

Cucinare non significa solo leggere una ricetta:
è una questione di sensibilità,
di rispetto degli ingredienti
e dei tempi di preparazione.

Antonino Cannavacciuolo

Creatori & Degustatori

Sara

Simone

Kimba

Luciano

tracce di molteplici culture

Le Origini e la Genuinità

Utilizzo nelle mie ricette prodotti genuini e caratteristici che risentono delle molteplici culture che sin dalla notte dei tempi hanno lasciato tracce nelle tradizioni culinarie dell’Isola.

The "cannoli", typical Sicilian sweets.
Baked vegetables with feta cheese, olives, onions, Provencal herbs, spices, olive oil and tomatoes. Home cooking concept.

Tante idee di gusto proposte nel blog

Un viaggio attraverso le tradizioni
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Un viaggio attraverso le tradizioni

Ricette & Consigli

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Cucina Siciliana

Civiltà Greca

Olive, miele, ricotta salata o infornata sono un lascito della presenza della civiltà greca.

Dalla notte dei tempi la storia della Sicilia ha visto l'avvicendarsi di popoli molto diversi e civiltà etereogenee che hanno lasciato le loro tracce sul territorio ma anche nelle tradizioni culinarie dell'isola.

Grazie al clima mite, l’isola è ricca di spezie e piante aromatiche: basilico, origano, menta e rosmarino. Questi ingredienti sono da sempre alla base dei condimenti delle ricette siciliane.

Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi e Spagnoli l’hanno colonizzata, depredata e assoggettata ma anche abbellita e arricchita con gli usi e costumi delle loro culture. Segni tangibili li ritroviamo negli ingredienti e nelle piante portate in Sicilia nel corso dei secoli dai conquistatori. La fertilità della terra consentì ai primi coloni greci (VIII secolo a.C.) di introdurre con successo la vite. La grande varietà e qualità della produzione odierna degli apprezzati vini siciliani ne attestano lo sviluppo. Hanno esteso le piantagioni di ulivi e quindi la produzione di olio. Olive, miele, ricotta salata o infornata sono un lascito della presenza della civiltà greca.

dal libro “La cucina siciliana ricette sapori  sagre” di vincenzo jannuzzi

Ricche eran le sue mense per la copia e varietà dei cibi, saporite le vivande, lieti i desinari e molti scrivevano e si occupavano della cucina.

Così Miteco da Siracusa, uomo colto ed erudito del V secolo a.C., scrisse nel primo libro di cucina che la storia ricordi: “Manuale di cucina o del cuoco siciliano”. Il libro decantava ed insegnava, ai greci della madre patria, l’arte di condire i cibi alla maniera di Sicilia che si reputava la più squisita. Le famiglie nobili greche richiedevano per le loro mense cuochi siciliani già nel 400 a.C. Nei mosaici della villa romana del Casale presso Piazza Armerina sono raffigurati pesci e pescatori a conferma che in epoca romana (dal 146 a.C. al 468 d.C.) vi fosse un gran consumo di pesce.

Dai Romani sono arrivate nuove tecniche di pesca, la piscicultura e la lavorazione e conservazione del pesce con erbe aromatiche. Inoltre in Sicilia, terra ricca di grano (era il granaio di Roma), le popolazioni producevano e consumavano la pasta molto prima di Marco Polo e del suo viaggio in Cina. Il macco di fave, le salsicce e le focacce risalgono forse a questo periodo.

Tante le spezie importate dai Bizantini (metà VI sec. d.C. al IX sec.) insieme all’aglio (Turchia), la cipolla (Persia), l’anguria (Turchia) e l’albero del pesco (Persia).

dal libro “La cucina siciliana ricette sapori  sagre” di vincenzo jannuzzi

Condire i Cibi

Un arte che apparteneva ai siciliani, che si reputava la più squisita.

Gli Arabi

Gli anni del grande sviluppo.

Con gli Arabi (dal 827 al 1060 d.C.) la Sicilia ha un grande sviluppo in tutti i campi. Tante le innovazioni e le scoperte:

dalla canalizzazione ed irrigazione del territorio alla produzione industriale della canna da zucchero (vero oro nero dell’epoca) con la commercializzazione dello zucchero raffinato in tutto il mediterraneo.
La canna da zucchero era denominata “cannamele” e mele stava per miele. Le grandi innovazioni riguardano anche la cucina e i piatti diventano più vari e sofisticati. Con gli Arabi arrivano le arance, i limoni, il riso (successivamente diffusosi nel resto d’Europa) e le melanzane, importate dal medio oriente (originarie della Cina), che sono finemente rappresentate in dipinti e tappeti antecedenti l’anno 1000. | timballi di riso, i “maiulini affucati”, la pasta ‘ncaciata sono di ispirazion araba. In Sicilia e piu specificatamente a Trabia nascono i maccheroni, dall’arabo “Mu-karana e/o Makruna” (mettere in fila, mettere in parallelo), come riporta Edrisi nel libro di Ruggero, descrivendo i “tria”, spaghetti molto sottili. Altri ritengono che l’etimologia di “maccherona” sia da ricercare in maccare (schiacciare) dal latino o makron (lungo) dal greco. Si evolve la produzione di spaghetti, “i vermicelli”, su scala industriale (Termini Imerese). Per soddisfare la grande richiesta si introduce la pasta secca più facilmente conservabile ed adatta ad essere esportata. Non dimentichiamo che sono di provenienza araba la pasta con le sarde e il cous cous nelle sue varie preparazioni. Si utilizza la ricotta, il sesamo, l’anice, lo zafferano e la cannella.

dal libro “La cucina siciliana ricette sapori  sagre” di vincenzo jannuzzi

Lo zucchero raffinato sarà ingrediente essenziale in tanti dolci quali la cassata ("quassat” cassa in arabo), la pasta reale e i cannoli.

Con la neve proveniente dall’Etna e le essenze alla frutta si preparavano le granite e il “sherbet“, il sorbetto, precursore del gelato inventato secoli dopo da un siciliano di Acitrezza che aprì la prima gelateria a Parigi (caffè Procope).

La pesca del tonno e le tonnare sono state notevolmente sviluppate dagli islamici.| Normanni (1060-1195) abili cacciatori, apportarono nuove ricette per cucinare la selvaggina. Al nutrito menù siciliano si aggiunsero le aringhe salate e affumicate, il pescestocco e il baccalà ammollato nel latte. Il periodo Svevo va dal 1198al 1266. Nel periodo Angioino (1266-1282) inizia la distinzione tra la cucina dei nobili, i baroni che si avvalevano di cuochi francesi (in siciliano venivano denominati “Monsù”, voce contratta in dialetto siciliano di “monsieur”) e la cucina povera della gente comune e delle taverne. Successivamente, dopo la rivoluzione francese, tanti grandi cuochi rimasero disoccupati ed emigrarono verso altre corti europee. Tra queste Napoli e Palermo che ricordavano per fasto quella francese. Così gli aristocratici potevano offrire ai loro ospiti i delicati sapori della cucina francese, tanto in voga a quel tempo. | Francesi importarono l’uso della pasta frolla, della ““bechamel”, del “cosommè”, del “gateau” (gattò in siciliano) e della ci- polla al posto dell’aglio per i sughi più delicati. Inoltre sono retaggio francese la zuppa di pesce alla “Matalotta”, la “Fricassè”, il “pastizzu” di sostanza, la pizza rustica e le brioches.

dal libro “La cucina siciliana ricette sapori  sagre” di vincenzo jannuzzi

Condire i Cibi

Un arte che apparteneva ai siciliani, che si reputava la più squisita.

Gli Aribi

Gli anni del grande sviluppo.

Con gli Aragonesi (dal 1282), Spagnoli e poi i Borboni (sino al 1860) arrivano le impanate che in Spagna si chiamano ki, "empanadas” e il pan di Spagna, utilizzato nella preparazione di dolci e torte.

Dopo la scoperta dell’America arrivarono i pomodori, le patate, i peperoni, i fichi d’india, il mais e il cacao. La rivoluzione in cucina la fa il pomodoro, ingrediente simbolo della gastronomia siciliana. In Sicilia quado sì dice “sarsa” si intende solo la salsa di pomodoro come se nel mondo non ve ne fossero tante altre… centinaia. Il finocchietto selvatico arriva dalle Canarie al seguito degli spagnoli. In sintesi la cultura gastronomica della cucina siciliana per duemila anni ha ricevuto influssi da tutti i popoli che si sono avvicendati e sì è tramandata di generazione in generazione divenendo un segno di riconoscimento, una identità per tutti i siciliani sia in Sicilia sia in tutto il mondo dove è stata esportata.

dal libro “La cucina siciliana ricette sapori  sagre” di vincenzo jannuzzi